Editoriale rivista n°9 – Dicembre 2015
Dott. Marco La Grua
L’unione fa la forza?
La multidisciplinarità è stata uno dei primi concetti appresi quando ho cominciato a confrontarmi con la “terapia” del dolore e con il testo di Bonica, che all’epoca era considerato la “Bibbia” sull’argomento.
Secondo le intenzioni di Bonica il termine “multidisciplinare” indicava la compartecipazione di vari attori alla diagnosi ed alla gestione clinica dei pazienti affetti da sindromi dolorose; in realtà il sistema organizzativo, pensato in quel modo, era a compartimenti stagni ed il paziente veniva passato da uno specialista all’altro in base ad una diagnosi presupposta. Il risultato, applicato in quei pochi centri che tentavano di sviluppare qualcosa di simile, si concretizzava però in un percorso che sembrava spesso nella migliore delle ipotesi “randomizzato”.
Negli anni successivi uno dei miei Maestri si inquietava invece fortemente di fronte a questo concetto, sostenendo (probabilmente senza sbagliare del tutto) che molti propugnatori della multidisciplinarità in realtà assumevano tale posizione a causa della loro inadeguatezza culturale da “terapisti del dolore”: spesso usi solo ad infiltrare e poco inclini alla clinica ed alla semeiotica, per poter formulare una diagnosi adeguata dovevano ricorrere ad altre figure specialistiche.
Al contrario, il suo ideale Specialista Algologo avrebbe dovuto essere in grado di fare una diagnosi da solo e, successivamente, demandare alle figure rispettive il trattamento dei quadri dolorosi.
I Latini sostenevano che “in medio stat virtus” e quindi forse il corretto approccio (almeno nella convinzione del nostro gruppo) è quello in cui un Algologo, finalmente cresciuto culturalmente e svincolato dalla necessità di essere un “terapista” sempre pronto con siringa ed aghi di vari calibri e lunghezze, riesce a collaborare in modo paritario con altri professionisti, ognuno dei quali contribuisce con le sue competenze specifiche alla creazione di un percorso terapeutico non standardizzato, ma ogni volta misurato sul quadro clinico e sulle esigenze del paziente.
Scendendo nello specifico ed andando a verificare che cosa la letteratura medica attuale riporta sulla gestione del dolore lombare, si realizza che una ricerca delle principali fonti bibliografiche (utilizzando “multidisciplinarità” come keyword) restituirà per la maggior parte esperienze che coinvolgono fisioterapia, terapia occupazionale, medicina di base e specialistica in un progetto fondato essenzialmente su basi riabilitative o bio-psico-sociali.
Ben poco è espresso in letteratura sulla strutturazione di un percorso diagnostico-terapeutico realmente integrato all’interno di un algoritmo creato e condiviso dalle differenti figure professionali coinvolte nella gestione del paziente.
L’articolo del Dott. Gianfranco Sindaco, dal quale nasce lo spunto per l’editoriale, si va a collocare in questo spazio poco esplorato ed è una interessante proposta sulla attuazione di un modello di multidisciplinarità e una esposizione di come tale concetto viene interpretato e realizzato nella costituzione dello Spine Center creato da Medicina del Dolore. Non si tratta di una autocelebrazione, ma di una analisi dei presupposti alla base della scelta del modello di collaborazione fra le varie figure professionali all’interno di un progetto comune, quello di uno Spine Center, costruito per accompagnare il paziente verso il controllo del dolore ed il recupero funzionale.
Oltre all’articolo sopracitato, in questo numero della Rivista troverete anche altri articoli che abbracciano differenti campi di interesse per chi si occupa di algologia; infatti, a differenza degli ultimi numeri che avevano avuto una impronta monografica, si tornano ad esplorare tematiche variegate, ma attuali e di grande interesse nei rispettivi campi di competenza delle differenti professionalità che costituiscono il gruppo di Advanced Algology Research.
Scorrendo le pagine troverete articoli su tecniche innovative come la Graded Motor Imagery ed update ed approfondimenti su altri argomenti come la fibromialgia, i meccanismi di azione della RFP e l’ecografia in medicina del dolore.
Chiude la rivista un interessante resoconto sulla manifestazione di sensibilizzazione “Arte e Dolore”.
Auguro perciò una interessata lettura a tutti voi!”
https://www.advancedalgology.it/editoriale-8-rivista-medicina-del-dolore/